Staccarsi dai generi: l'esplorazione di linguaggi musicali e del suono di Gözen Atila (Anadol)
Si può uscire vivi dalle categorizzazioni. Gözen Atila, sound artist e fotografa turca di stanza a Berlino, è un’anarchica dei generi: il suo album “Uzun Havalar”, registrato nel 2015 e pubblicato a nome Anadol in cassetta dalla berlinese Kinship nel 2018 e poi in vinile dalla amburghese Pingipung nel 2019, dovrebbe essere in teoria una produzione “psychedelic synth folk” - così si legge sulla pagina Bandcamp dell’artista - ma in pratica è molto di più, ci sono tanti di quei mondi musicali: ascoltando brani come “Görünmez Hava” o “Ay Çürüdü”, è difficile non pensare alla musica comisca tedesca, agli Heldon francesi o al suonare jazz.
Guardando indietro, alla canzoni popolari folk turche (“uzun hava”), la musica del progetto Anadol è paradossalmente più avanti di tanti dischi usciti negli ultimi anni. Il motivo è molto semplice, alla fine: la tradizione è il limite estremo oltre cui spingersi, delle colonne d’ercole da oltrepassare sperimentando, improvvisando e sfidando il concetto di musica elettronica, sintetica. “Gizli Duygular”, brano in anteprima del nuovo album del progetto Anadol in uscita a marzo 2022 (“Felicita”), è l’ultimo capitolo di questa esplorazione di suoni e di linguaggi (musicali). Dieci minuti di un nuovo viaggio in cui perdersi.
Monica Mazzoli
( 2022-01-30 )