House Deposit: in alto le chitarre jangle pop

Negli anni dieci non si contano le giovani band australiane cresciute a pane e jangle pop ascoltando i dischi di Go-Betweens e della Flying Nun Records, tant’è che è stato coniato - per scherzo e gioco - un termine ad hoc, dolewave (“dole” termine inglese australiano per sussidio) - discusso anche dal Guardian in un articolo di Everett True nel 2014 e rifiutato da Courtney Barnett (“Non capisco quella roba”).
La cassetta di esordio degli House Deposit di Melbourne, “Reward For Effort” (pubblicata il 25 ottobre 2019 dalla Spoilsport Records), è la sintesi perfetta del “suono jangle pop australiano”.
Tra passato e presente: chitarre pop scintillanti, incantevoli armonie a due voci (Meaghan Weiley e Sam Lyons), una narrazione malinconica in chiave dolceamara, ironica e leggera come una piuma.
Brani come “Ikea Dreaming” o “Sometimes, Somehow” suonano come un’ipotetica collaborazione tra Goon Sax e (la già citata) Courtney Barnett:
le otto canzoni del disco raccontano, attraverso intrecci chitarristici cristallini e sinceri, la quotidianità di quattro ragazzi di Melbourne: relazioni finite, ansia, depressione, disoccupazione, futuro incerto - “I’m so scared of the future/in my head it gets better/one day maybe I'll buy a house” recita in chiusura l’ultima traccia dell’album (“House Deposit”).
In alto le chitarre e i cuori.
Monica Mazzoli

( 2019-10-26 )